DottorB: la satira nelle vignette

maurizio boscarol vignette e satira

SATIRA E VIGNETTE NEI FUMETTI ONLINE

Satira e vignette sono diventati post di cui non possiamo fare a meno. Nell’ultimo anno eventi politici ed emergenza sanitaria mondiale hanno fornito ai più creativi contenuti per raccontare il nostro presente. La chiave di lettura resta per me oggetto di approfondimento: il mio obiettivo sarà definire l’umorismo, o quando è satira, nell’ambito delle vignette popolari sui social e nel web. In soccorso arriveranno i vignettisti più conosciuti che si sono resi disponibili a un’intervista stile “Zavala Comic Magazine”.

Maurizio Boscarol è il famoso DottorB che ci consiglierà come iniziare e mantenere competenza e professionalità nel proprio lavoro. Grazie alla sua disponibilità iniziamo un lungo viaggio tra umorismo e satira. Segui DottorB sui social media!

1. Prima domanda per conoscerci meglio: umorismo o satira?

Satira, ma meglio se è umoristica. Non per forza la satira deve esserlo, o non sempre, ma il rischio è che a volte lo sia troppo poco, e finisca per diventare troppo esplicita nelle sue denunce. Trasformandosi in invettiva, che è un altro genere.
Poi pure l’umorismo è un universo. Ci sono tanti sottogeneri, tanti modi di far ridere. Quello che né la satira né l’umorismo dovrebbero fare è essere prevedibili. Purtroppo è circa dagli anni 80 che da noi prevale un umorismo prevedibile, fatto di tormentoni, personaggi caricaturali, parlate ridicole, imitazioni, tutto ripetuto in TV in infinite trasmissioni da attori abbastanza interscambiabili. A discapito di un umorismo più sottile, o più macabro, o surreale, o anche solo più personale. La satira è anche un’occasione per utilizzare tutti questi registri umoristici meno battuti, e toccare argomenti che nell’umorismo classico, quello rivolto a tutti, sono tabù.

2.Quali sono gli strumenti per un vignettista ed “essere sul pezzo”?

Seguire l’attualità, informarsi, divertirsi, non prendersi troppo sul serio, ma neanche troppo poco: offrire un proprio punto di vista personale, non seguire quello dei propri gruppi di riferimento. Il massimo della satira è quando riesce a spiazzare (ma dicendo la verità) anche i propri fan, i propri seguaci, invece che replicare stereotipi e luoghi comuni su questa o quella parte politica, su questo o quel personaggi
Questa è la parte più difficile. Anche perché invece spesso il pubblico cerca identificazione, con la satira, e quella è anche una sua funzione nobile. Ma ogni tanto va anche messa in crisi. Con giudizio.

3. Cosa è cambiato negli anni per chi disegna vignette?

Oh, quanti giorni abbiamo?… È cambiato – naturalmente – che i giornali e le riviste sono spariti o vendono sempre meno, anche perché la maggior parte dell’informazione e dell’intrattenimento si è spostata online, e per i più gratis. Così in tutto il mondo il mestiere del vignettista satirico o di attualità è in crisi. Negli USA sono stati persi molti posti di lavoro e alcuni vignettisti, come Rob Rogers, sono stati licenziati a causa di vignette sull’expresidente Trump. Qualcosa che in democrazia non dovrebbe succedere. Capita però che i giornali, dato che sono in crisi, scelgano di tenersi i lettori più entusiastici e polarizzati, e quindi eliminino contenuti controversi perché potrebbero far disaffezionare i lettori.
Poi è cambiato che l’intrattenimento e l’informazione scorrono gratuitamente sui social. Un luogo dove si incontrano persone diversissime, con legami deboli, che in un contesto unitario ripiegano su un linguaggio e temi che non infastidiscano nessuno. Oppure, all’opposto, si auto selezionano solo temi e contenuti congruenti con le proprie visioni, così da non lasciare spazio per esempio a contenuti che le mettano in discussione. O appiattimento o bolla.


Inoltre non dimentichiamo che i social di base sono strumenti per la pubblicazione di annunci pubblicitari mirati. Il luogo meno adatto alla satira che si possa concepire, se pensi che in passato le riviste satiriche nemmeno la volevano ospitare, la pubblicità, e ora praticamente è la pubblicità online che ospita la satira… Un bel paradosso. Si creano così, sui social o sui giornali, che fanno parte dello stesso ecosistema, bolle informative che non tollerano contenuti spiazzanti. Se per l’umorismo tradizionale questo alla fine non sposta molto, perché un pubblico generico lo trova, per quello più divisivo e controverso come la satira viene a mancare il contesto, il luogo in cui esprimersi e incontrare anche persone disposte a mettere in discussione le proprie vedute con un umorismo differente dal proprio.

È cambiato poi anche il pubblico, non più abituato ad acquistare qualcosa magari perché piaceva la copertina o un autore o perché la comprava un amico, e dentro magari ci trovava cose nuove, autori diversi, sorprese, un prodotto vario ma coerente, più ricco e anche più dissonante di quello che oggi troviamo nel nostro flusso online. Infine, è accaduto che la propaganda politica si sia impadronita non della satira, ma del suo linguaggio.
Proprio grazie ai social. Con lo scopo però non di portare punti di vista divergenti, ma di usare l’umorismo per rafforzare punti di vista omogenei a quelli del gruppo politico per il quale si lavora. È accaduto per l’alt-right americana e mondiale, con tecniche poi portate anche sui social in Europa, ed è accaduto con partiti come il M5S, che basano il loro consenso sul pessimo modo in cui Grillo ha capitalizzato il suo potere comico: per condurre un esperimento sociale di massa invece che per esercitare spirito critico. Sono cose che cambiano radicalmente il mondo per chi prova a fare satira.

4. Dove vorresti pubblicare?

Anni fa ti avrei detto su un quotidiano, ora invece penso che i quotidiani non siano più quel luogo di pluralismo, ma di polarizzazione. E siccome credo che la satira sia anche una questione di contesto, di luogo giusto dove poterla fare, se i luoghi non ci sono bisogna crearli. Così guardo con maggior interesse a iniziative che il contesto se lo costruiscono e il pubblico, poi, se lo cercano. Penso a iniziative auto prodotte come il Pangolino di Marco Tonus, o alla rivista Čapek, e ad altre che hanno vita più o meno lunga. Le due che ho citato sono indubbiamente fra le più belle uscite del 2020, però, tanto che hanno vinto entrambe importanti riconoscimenti. Penso inoltre che uno strumento formidabile per fare satira siano le storie. Sia perché puoi raccontare il presente in modo più strutturato, sia perché sono le storie che formano il nostro modo di leggere la realtà. Da qualche anno dunque collaboro con i colleghi Antonucci e Fabbri per realizzare dei romanzi a fumetti. Abbiamo dato alle stampe finora “Il timido anticristo”, sul rapporto fra religione e famiglia, e “La fattoria dell’animale”, uscito a marzo 2020 e che anticipa in maniera quasi profetica, fra le altre cose, anche la risposta dei regimi populisti all’emergenza sanitaria. Insomma, credo che la vignetta si infilerà sempre dove può, ma contemporaneamente vadano trovate strade alternative. È lì che vorrei pubblicare!

Sono un vignettaro e fumettista di larghe vedute e facili costumi. Ho pubblicato su diverse riviste sia piccoli fumetti, che strisce e vignette. Finché le riviste nazionali hanno smesso di esistere! L’ultima è stata Il Male di Vauro e Vincino, dove pubblicavo delle storie di una o due pagine e qualche vignetta. Una iniziativa locale friulana molto bella con cui collaboro e che ancora mantiene coraggiosamente la strada della stampa è il Mataran di Marco Tonus e David Benvenuto. Se non l’avete mai visto ve lo consiglio, cercateli su Facebook e chiedete come farvi mandare una copia.Come fumettista, i miei lavori più recenti sono realizzati in trio con Antonucci & Fabbri, con i quali abbiamo realizzato per Feltrinelli due libri satirici: Il Timido Anticristo e La fattoria dell’animale, entrambi disegnati da me. Anche se il fumetto più recente in assoluto è stata la collaborazione al Pangolino, opera parodistico-satirica coordinata sempre da Tonus, talmente bella che ha vinto il premio Boscarato a Treviso Comic Book Festival un paio di mesi fa, e che ospita oltre al mio fumetto quelli di altri autori umoristici e satirici bravissimi.
Sul web pubblico soprattutto vignette, spesso di satira politica e talvolta solo umoristiche. Ho anche collaborato per un sito americano, probabilmente il principale sito di satira alternativa e graphic journalism attualmente esistente, Thenib.com, e ogni tanto con cartoonmovement.com, sito internazionale di editorial cartoon.

IN CONCLUSIONE

Consigli per chi inizia oggi a realizzare vignette?

Oh, be’: ascoltate tutti, e poi dimenticate tutto. Fottetevene. Delle regole, dei consigli, seguite l’istinto e ciò che vi appassiona. Scegliete un qualche modello che vi piace e via. Leggete e approfondite tanto, soprattutto roba che non c’entra con le vignette che fate. Non fonti “alternative”, s’intende: quella è la scorciatoia dei pigri. Studiate proprio. Fatevi molte domande, ma dopo aver studiato, non prima. Laureatevi. Se potete continuate. La cultura personale che avrete si rifletterà (o meno) sulle opere che realizzerete. E se c’è qualcosa che può distinguervi, sarà solo quella, non la vostra tecnica.

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