Bugs Comics: l’intervista

L’INTERVISTA CHE ASPETTAVO: BUGS COMICS.

Gianmarco Fumasoli, il Direttore editoriale della BUGS COMICS condivide con noi alcune curiosità rispondendo alla nostra intervista. A oggi nella comunicazione è importante avere le idee chiare. Non basta saper usare le strategie di marketing o investire grandi capitali per arrivare ai lettori. In una marea di proposte editoriali è la loro risposta sul mercato dei fumetti a un’esigenza dei lettori che conquista. Per questo la BUGS Comics sta ottenendo un largo consenso: qualità, condivisione e progettualità.

I suoi 3 punti di forza, secondo me, consentono alla realtà editoriale una continua crescita senza forzature digitali. Come lettrice è stato il rosso di Samuel Stern a tirarmi giù nelle sue storie, attirata dal nostalgico amore conteso tra Martin Mystèr e Nathan Never. Spesso viene definito un fumetto horror sulla scia di un Dylan Dog, ma per me la sua narrazione prende spunti più distopici direi. Sai che viene realizzato a più mani? Nel frattempo segui la pagina: Samuel Stern su Facebook.

Qual è la visione editoriale della BUGS COMICS?

La visione della BUGS ha le sue radici nell’importanza di raccontare bene e non solo di fare numero sugli scaffali delle librerie o nelle vetrine delle edicole. In molti pensano che il nostro cammino sia stato molto veloce rispetto alla nostra età (BUGS apre i battenti nel 2015), ma io non credo. Le possibilità che oggi abbiamo, la tecnologia, i social, ti danno una vetrina molto ampia e se vuoi arrivare a un obiettivo, hai molte più strade da seguire, se hai chiaro dove vuoi andare. E diciamo che questo è alla base della BUGS. Fare il giusto e farlo bene.

Raccontami il tuo ruolo nella casa editrice.

La casa editrice, come detto, nasce nel 2015. Eravamo tre persone inizialmente e ognuno di noi copriva più ruoli. Sai, necessità fa virtù e se vuoi crescere devi, a volte, mettere in gioco tutto quello che puoi. Con il passare degli anni diciamo che il mio ruolo si è “specializzato” e, principalmente, sono il direttore editoriale del bacarozzo. Valuto progetti, scelgo le strade più giuste da seguire anche se, in alcuni ambiti della casa editrice, cerco ancora di mantenere un piede in modo da avere un minimo di controllo. Sono sempre stato maniaco di questo (del controllo), per vari motivi ma ho fatto passi da gigante rispetto ai primi anni. Ci sono alcuni settori, in BUGS, dove non metto più bocca e lascio che le persone che li gestiscano, lo facciano in totale indipendenza. Perché alla fine se ognuno di noi fa il suo meglio, è molto più semplice.

Cosa si aspetta il lettore dalla Bugs Comics?

Il nostro motto è sempre stato “Non è importante cosa racconti ma come lo racconti”. Il senso è che ogni cosa può essere raccontata, romanzata e presentata sotto punti di vista differenti. Non è importante la tematica che si sceglie o la tipologia di storia che si racconta. Però, è importante come la si racconta. Si deve avere tutto ben chiaro in testa. Per cui i nostri lettori sanno che nei nostri fumetti trovano quella chiarezza d’intenti che gli permetterà di leggere una bella storia, di essere intrattenuti e magari divertirsi o riflettere o commuoversi. L’attenzione al lettore per noi è fondamentale. Se non ci fosse chi legge i nostri fumetti, non li scriveremmo.

Chi sono i promotori della Bugs Comics?

BUGS Comics nasce i primi del 2015 come associazione culturale (diventa poi Srl nel 2018) e ha il suo esordio editoriale a Lucca Comics & Games sempre nel 2015. In quell’anno eravamo pochissimi. C’ero io Gianmarco Fumasoli, Paolo Altibrandi come art director, letterista e, in linea di massima, responsabile non solo di ogni aspetto artistico (dai loghi all’impaginazione per esempio) ma anche dell’aspetto tecnico. La mia esperienza era zero da quel punto di vista, mi sono formato in questi anni, per cui Paolo doveva occuparsi dei rapporti con le tipografie, del tipo di stampa, la carta, gli inchiostri, etc. Poi c’era Emanuela Trani, che si occupava (e tutt’ora si occupa) della gestione amministrativa e dei contatti con il commercialista e, last but not least, Giancarlo Caracuzzo che gestiva il parco dei disegnatori. Giancarlo faceva revisione su ogni tavola realizzata, prima che venisse messa in lavorazione per la stampa.

Perché Samuel Stern è il punto di svolta della comunicazione della Bugs Comics?

In Italia, sul territorio, puoi arrivare in tre modi ai lettori. In libreria di varia, in fumetteria (libreria specializzata) o in edicola. Il meccanismo di distribuzione e vendita in queste ultime è molto complesso perché all’incirca conta 10 volte i punti vendita delle altre due realtà messe insieme. Arrivare in edicola, quindi, per una casa editrice medio piccola, ma anche per una grande casa editrice, è un impegno enorme e non parlo solo del punto di vista economico. Gli autori che lavorano ogni mese, le persone messe in campo, l’organizzazione logistica del magazzino, la distribuzione, la tipografia, tutto deve crescere esponenzialmente e, per poter garantire la sostenibilità di tutto il processo, ogni aspetto deve crescere in parallelo, compresa la comunicazione. Non puoi immaginare di arrivare a più di 20.000 punti vendita con i relativi lettori, puntando alla stessa tipologia di comunicazione che avevi prima, quando arrivavi a meno di un decimo dei punti vendita.

Di cosa si tratta la Bugs Academy?

BUGS Academy è la scuola di fumetto della BUGS. Nasce in seno alla casa editrice con l’obiettivo di formare professionisti in grado di poter fare della loro passione un mestiere, di prepararli per affrontare un mercato in continua evoluzione, di lavorare all’interno di una vera e propria redazione mentre imparano e, al contempo, di permettergli di realizzare fumetti a un livello professionale. Tutto questo attraverso l’apprendimento di tutti gli aspetti del mestiere grazie all’esperienza di un gruppo di autori affermati provenienti dalle più grandi case editrici italiane e internazionali e un percorso di formazione che mira sia alla crescita personale e professionale sia alla valorizzazione delle peculiarità di ogni singolo studente. Possiamo farlo perché le due realtà (casa editrice e scuola) sono a strettissimo contatto.