Urka, destinazione satira

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DESTINAZIONE SATIRA CON LE VIGNETTE POETICHE DI URKA.

Satira, ma cos’è la satira? Pur partendo da vignette umoristiche nel viaggio delle mie interviste e avendo ben chiara la destinazione, decido di spingermi oltre. Ho sempre avuto la tendenza a cambiare prospettiva e di voler sconfinare dalla satira conosciuta della politica ai fatti di cronaca. Difatti l’autore, in arte Urka, mi regala la conclusione alla mia ricerca con la stessa sensazione di quando si termina un romanzo o un quadro. Quel momento in cui ti accorgi che in realtà hai trovato l’accesso per un muovo mondo esperienziale. Ti invito a scoprire i profili di Urka.

Come nasce Urka?
Sono cresciuto nella cultura hip-hop e da ragazzino mi divertivo con quelli più grandi passando i pomeriggi fra bombolette e tags. Alle superiori poi mi divertivo a disegnare storie sul preside e sui professori fino a tarda notte. Finita la scuola, mi sono ritrovato senza “lettori”. Era il 2006 e non c’erano i social network (c’era fotolog).
C’era il bisogno di comunicare, l’abitudine ad analizzare le esperienze attraverso i disegni, ma non c’era più nessuno ad ascoltare. A quel punto è tornato il ragazzino con le bombolette, ha preso i pennelli ed ha iniziato ad appiccicare pupazzetti e vignette in strada….ed eccoci qua.
Come tutti i disegnatori, sono pieno di problemi nel cervello. Urka nasce dai problemi nel cervello.

Hai progetti nascosti nel cassetto?
Centinaia. Un paio vedranno la luce e tutti gli altri naturalmente no.
Su tutti, vorrei trovare un modo per utilizzare la street art e il fumetto come strumenti d’interazione con le persone all’interno delle SAE nelle Marche. Io vivo in una zona particolarmente colpita dal sisma del 2016 e dopo quattro anni, oltre alla ricostruzione mai partita c’è la noia. Riempire le giornate, per chi vive in una
situazione di sospensione perpetua, non è sempre facile. Non è facile muoversi in un contesto così delicato, e si rischia facilmente di cadere nell’autoreverenzialità. Sto ancora cercando un’idea che riesca a essere il più inclusiva possibile, per lasciare qualcosa di concretamente utile alle persone sul territorio. Purtroppo la
situazione attuale non semplifica le cose ma spero di riuscire a trovare una soluzione e fare qualche intervento nei prossimi mesi, con la bella stagione.

Quando hai avuto la consapevolezza che le tue illustrazioni sono diventate un messaggio di satira?
Non saprei. Diciamo che ho sempre avuto una certa avversione nei confronti dell’autorità in generale e la passione per il disegno in particolare. È venuto tutto abbastanza spontaneo. A otto anni ricordo di aver ottenuto la specialità (una toppa anni 90 da cucire sulla divisa) di “Attore” per aver inscenato una parodia di
Andreotti, allora capo del Governo, al campo scout (lo sappiamo tutti, gli scout sono assurdi). Come dicevo da ragazzino era più la grafomania a dettare legge, poi crescendo ho iniziato a disegnare cose diverse e ho capito che potevo utilizzarle come strumento analitico.

Ci racconti come organizzi le tue ispirazioni: fonti e strumenti.
Nella lettera che Ernesto Che Guevara scrisse ai figli, nel caso in cui venisse ucciso, c’è una frase che mi ha profondamente colpito fin dal giorno in cui l’ho letta: “Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.”. In generale mi ispiro a questo principio.
Nella pratica funziona un pò come per tutti, credo. Internet è una risorsa infinita d’immagini e spunti da cui poter attingere graficamente, quindi da quel punto di vista qualsiasi oggetto, animale, fabbricato…insomma si può trovare qualsiasi cosa. Per le fonti è molto più complicato. Leggevo la tua intervista a Stefano Tantarotti e mi trovo pienamente d’accordo con il discorso che ha fatto a proposito del rincorrere le notizie. Si rischia davvero il ridicolo, io stesso avrei voluto scavarmi una buca in alcune occasioni. Generalmente quindi preferisco temi più
ampi, attingo al sistema di valori etici e morali che spero di essermi costruito e infierisco sulle contraddizioni del genere umano, che da questo punto di vista è una fonte inesauribile d’ispirazioni. In tutto questo, sono la persona più complottista che conosco, quindi leggo ascolto confuto e smentisco (a me stesso in primis) tutto e il contrario di tutto. Alla fine metto tutto insieme e di solito esce fuori un punto di vista. A questo punto cerco sempre di scartare almeno i primi due bozzetti, che sicuramente sono inconsciamente rubati a qualcuno o nel migliore dei casi cattive idee.

Cosa ne pensi della nuova editoria per il digitale?
Ben venga. Anche se da buon figlio degli anni 80 faccio un pò fatica a leggere dallo schermo.
Il libro ha tutta la sua poetica e bla bla bla…siamo tutti d’accordo. Detto questo la direzione della società mi sembra evidente, sarebbe poco furbo arroccarsi come l’ultimo giapponese nella torre del cartaceo. Siamo ancora in una fase embrionale, ma credo che si possano sviluppare nuovi modelli di editoria interessanti.

Attualmente il tuo progetto in corso.
Sto lentissimamente lavorando a una storia lunga. Non posso dire di più per il semplice motivo che non c’è molto di più da dire. Per adesso è un progetto che sto portando avanti in modo autonomo, la storia mi piace e sono abbastanza deciso a portarla a termine. Quando il tutto avrà una forma un pò più dignitosa, si vedrà.

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