Awkshore: il no-sense dei webcomics

webcomics italiani

PERFINO IL BLACK HUMOR GLI STA STRETTO!

Incontri gli autori su Instagram e non ne puoi fare a meno. Potrei definire i webcomics di AWKSHORE come irriverenti e grotteschi o, come si descrivono nel profilo, disgustosi. Io al contrario dalle mie parti direi scustumati (dal popolare dialetto napoletano) in viaggio tra Capitan mutanda e i cartoni del Fantastico Mondo di Gumball. Finalmente delle vignette che fanno ridere, realizzate per essere condivise e per riflettere se hanno un senso fuori dal social media.

“I nostri fumetti sono un misto tra il surreale, una scarica di realtà scomode e situazioni molto, molto improbabili, con una buona dose di black humor e un pizzico di no-sense.”

DESCRIZIONE SERIA

INTERVISTA DOPPIA

Con il loro entusiasmo hanno partecipato all’intervista e sai cosa ne è venuto fuori? Leggi un pò…

1 – Qual è stata la scintilla che ha creato il vostro fumetto?

Gabry: Ciao! Il progetto Awkshore è nato come un modo per rimanere collegati, quando Matt si è trasferito in Germania (2014), abbiamo cercato di tenerci in contatto, unendo la sua passione per il disegno e il nostro senso dell’umorismo è nata la pagina “NSCCLP” (Non Sapevamo Come Chiamare La Pagina), chiamandoci rispettivamente “Tam” e “Zio Tom”. Nulla di impegnativo e creata per noi stessi.Quando poi abbiamo trovato un nome più serio ci siamo trasformati in “Tom&Tam Comics”. Da poco abbiamo cambiato in “Awkshore”, un nome permanente a cui abbiamo pensato per molto tempo.

2 – Mi piacerebbe sapere come vi siete incontrati ed avete dato vita ad un fumetto poco political correct.

Matt: Ci siamo incontrati alle elementari. All’inizio ci odiavamo a vicenda, perché lui aveva la frangia e il codino e perché io ero di colore. Non avrebbe mai potuto funzionare. Abbiamo avuto i primi contatti frequentando le stesse ore di ginnastica, giocando a palla avvelenata siamo diventati rivali, e scoprendo di avere un sacco di interessi in comune ci siamo avvicinati fino a diventare migliori amici. Già dall’elementari eravamo abbastanza “strani”, essendo cresciuti in un ambiente abbastanza caotico, pieno zeppo di gruppetti e clichè, abbiamo deciso di crearne uno nostro, con persone con il nostro stesso tipo di umorismo. Letteralmente pochi capivano la natura ironica, cruda e un po’ no-sense del modo in cui ci esprimevamo.

3 – Chi sono gli artisti o personaggi che hanno ispirato la vostra comicità e grafica?

Gabry: Per comicità, per quanto mi riguarda direi “i Griffin”… ASDF Movie, un sacco di video giapponesi nascosti su Youtube e in buona parte anche il cinema.

Matt: Quando abbiamo cominciato mi sono ispirato particolarmente a “Topolino” e il suo format, e “The Eric Andre Show”,una parodia di Late Night Shows su Adult Swim, piena di no-sense, situazioni strambe e quel tipo di comedy che sovverte ogni aspettativa al momento giusto.

4 – Come siete diventati fumettisti?

Gabry: Per puro caso, abbiamo cominciato a creare mini-storie dalle superiori e da lì è nata la scintilla che ci ha portati a creare storie!

5 – Quanto influisce la visibilità online, siete titolari di un profilo popolare!

Gabry: Essendo titolari di un profilo popolare abbiamo la fortuna di avere del feedback più diretto, possiamo capire cosa piace al pubblico e gestirci in base quello (cercando comunque di non farci influenzare troppo durante il processo creativo).

6  – Pubblicare: si o no? Cosa ne pensate del mercato del fumetto italiano c’è posto anche per i vostri fumetti?

Gabry: Sfruttare piattaforme che danno possibilità di essere indipendenti è la miglior scelta al momento.

7 – Consigli per giovani creativi come voi.

Gabry: Prendete spunto senza copiare, cercando sempre di avere originalità e personalità nel vostro modo di fare.

Matt: Allenarsi con costanza è un must in questo ambiente, mentre uscire dalla comfort-zone è un passo abbastanza obbligatorio per migliorare e creare roba potente, mettendosi sempre alla prova.

Gabry: E se pensate che raccontare storie di wrestling tra nani sia una buona idea, sappiate che è la strada giusta.

E tu cosa ne pensi della comfort-zone del fumetto? Cosa si rischia essere così estremi al solito mercato dei fumetti? Scrivimi cosa ne pensi nei commenti qui sotto. A presto.

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