Festina Lente Edizioni: i fumetti per l’editore

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L’EDITORE, I FUMETTI E CONSIGLI PER PUBBLICARE

L’editore Marco Mari di Festina Lente ha risposto alla mia richiesta d’intervistarlo con particolare attenzione all’esigenza dei nuovi fumettisti. Oggi gli strumenti saranno anche tanti e differenti offrendo nuove opportunità di visibilità; ma, diciamoci la verità, per presentarsi a un editore valgono delle regole di base. Marco Mari condivide con noi delle dritte sull’editoria e i fumetti.

Sai perché la casa editrice si è dedicata ai fumetti umoristici italiani? Io l’ho scoperto scrivendo di lui e della sua mission nel mio ultimo articolo: Festina Lente Edizioni, fumetti da ridere.

Qual è la mission di Festina Lente Edizioni?

Festina Lente, ovvero affrettati lentamente, era il motto dell’imperatore Augusto che, con questo ossimoro, intendeva sottolineare come l’azione debba sempre essere pronta, ma, affinché sia efficace, deve essere affiancata anche da un’attenta riflessione, solo in questo modo sarà possibile cogliere la pienezza del tempo e avere successo.

In una modernità tutta indaffarata a correre sempre più velocemente, dove la tendenza è quella di fare sempre più in fretta, talvolta anche a scapito della qualità, ho scelto di riprendere dal passato questo semplice consiglio affinché, avendolo come ragione sociale, mi ricordi in ogni momento quello che vorrei fosse lo stile caratterizzante di Festina Lente Edizioni perché per fare le cose per bene ci vuole il giusto tempo, né troppo né troppo poco.

Di fronte a un’industria della cultura che tratta il libro come una merce tra le tante e che sovente è appiattita solo su logiche di mercato, ciò che Festina Lente Edizioni propone è una cultura del libro come strumento di diffusione d’idee e di buon umore, per questo capace anche di valorizzare e dare spazio ai giovani autori e a tutte quelle voci che spesso non trovano spazio per essere sentite.

I libri di Festina Lente Edizioni abbracciano tutte le fasce socio-demografiche della
popolazione, dai più piccini ai più anziani. In tal senso la scelta di prediligere il fumetto umoristico, anche se tra le pubblicazioni non mancano i fumetti “seri”, è un punto di forza nella produzione della casa editrice che, in tempi tutt’altro che spensierati, intende proporre libri positivi, da leggere per il piacere di leggere e capaci di suscitare almeno un sorriso.

Come si affronta la nuova era digitale dei fumetti nell’editoria?

Pubblicare un libro è un atto di comunicazione, la volontà di trasmettere un messaggio a dei potenziali lettori. Questo è l’essenza di un libro. Se poi lo strumento con cui questo avviene sono dei fogli carta, come appunto in un libro, o dei file, come negli e-book, è cosa d’importanza relativa. Il digitale rappresenta oggi un nuovo canale utilizzabile per pubblicare un’opera e probabilmente diverrà progressivamente sempre più importante, specie per le generazioni che sono native digitali e che dunque lo preferiranno per le loro letture.

Peraltro il digitale apre scenari interessanti legati alla logica dell’ipertesto dove disegno, animazione, suoni, ecc. possono convergere per creare un’esperienza di lettura molto coinvolgente. Ma accanto a queste luci vi sono anche delle ombre.
Oggi i maggiori problemi del digitale sono la mancanza di uno standard relativamente
stabile nel tempo – ovvero la possibilità di poter fruire di un’opera su device differenti
anche a distanza di anni – e, cosa non di poco conto, la difficoltà di remunerare in maniera adeguata tutti gli operatori che hanno creato il libro digitale. Nel digitale infatti, la logica del tutto o quasi tutto free (e quando non lo è della pirateria), obbliga a mettere dei prezzi unitari sulle opere in commercio molto bassi che, salvo non si riesca a fare davvero grandissimi numeri nelle vendite, si traducono in compensi per tutti gli operatori della filiera editoriale molto esigui.

È illusorio pensare che un e-book in vendita a 0.99 centesimi possa remunerare
adeguatamente il fumettista, il redattore, l’impaginatore, la casa editrice, il distributore e lo store che lo ha venduto.

Dunque il digitale è una grande opportunità che esige un adeguamento tecnologico nel processo produttivo e di progettazione del libro e che apre potenzialità distributive molto interessanti ma che, se non comporterà anche un cambiamento di mentalità da parte degli utenti, ovvero la disponibilità ad acquistare i libri digitali con prezzi sostenibili probabilmente faticherà non poco a imporsi come lo standard prevalente.

Perché un giovane fumettista si rivolge ancora oggi a una Casa Editrice?

Oggi il self-publishing è una grande opportunità per chi vuole pubblicare. Cionondimeno proprio per questo ha ancora più senso cercare di pubblicare con una casa editrice, purché di quelle serie (ovvero non di quelle che si fanno pagare dagli autori per pubblicare e che pubblicano qualsiasi cosa).

Il self-pubblishing è una grande opportunità, è vero, ma proprio perché è facilmente accessibile a tutti ha dato luogo anche a tante pubblicazioni che definirle mediocri sarebbe un garbato eufemismo. Una casa editrice, se seria, non pubblica tutto e dunque nel momento in cui accetta di pubblicare un’opera di fatto ne garantisce la qualità e, qualora necessario, aiuta l’autore a sistemare le eventuali parti della sua opera che non sono chiare, che contengono errori, ecc.

Non solo, una casa editrice seria ha anche una sua rete distributiva e dunque, una volta pubblicata l’opera, si occupa di fare in modo che il libro, cartaceo o digitale che sia non importa, sia conosciuto e possa essere acquistabile dal potenziale cliente nelle librerie fisiche, nelle fumetterie, negli store on line.

Quanto conta la presenza sui social media in fase di reclutamento per un editore?

I social media, anche se non sono tutto, sono una vetrina importante. Grazie ai social media è possibile farsi una prima idea di chi si ha di fronte, e questo vale sia per un autore in cerca di editore e sia un editore in cerca di autori. Curare la propria presenza sui social è dunque molto importante, per tutti

Cosa consiglieresti a un fumettista che si presenta da te?

Poiché solitamente il primo contatto avviene tramite una mail, la prima cosa, forse banale, ma è una cosa che capita spesso è quella di fare attenzione all’intestazione della mail. È normale che un autore cerchi di proporre un suo progetto di fumetto a uno o più editori, ma per chi riceve la mail è estremamente svilente leggere una mail che nel testo di accompagnamento risulta destinata ad altro editore.

Inoltre, prima di contattare qualsiasi editore, è bene navigare un po’ sul suo sito web, vedere quale è la sua produzione, cercare di capire quale è la linea editoriale che segue e se il progetto che si vuole proporre può essere compatibile. Inviare a Festina Lente, per esempio, un fumetto splatter sarebbe un’inutile perdita di tempo.

Infine, un ultimo consiglio, poiché per un editore pubblicare un’opera di un autore, specie se esordiente, è comunque un investimento, non essere avari nel fornire tutte le informazioni del caso su di sé (curriculum) e sull’opera che si propone (a tal fine come Festina Lente a chi lo richiede inviamo una traccia sulle informazioni basilari che servono per valutare un progetto). Fornire in maniera sintetica ma esaustiva le informazioni giuste non solo aiutano l’editore nel processo decisionale ma sono anche un indice della professionalità di chi si propone.

Disegnami il futuro dell’editoria…

Il mondo del fumetto sta vivendo un momento particolarissimo, se da una parte il fumetto da edicola è abbastanza in crisi e dominato da pochi grandi player, il fumetto nei canali della fumetteria e della libreria sta conoscendo una nuova giovinezza con una pluralità di attori.

Riconosciuto come media con cui è possibile anche veicolare importanti contenuti culturali (penso ad esempio a opere come Maus di Art Spiegelman o ai libri di Scott McCloud) ormai quasi tutte le librerie lo hanno “riabilitato” dedicandogli un comparto specifico. I fumetti non sono più o comunque molto meno, come accadeva in passato, nei “giornaletti” ma soprattutto nei libri e qui hanno trovato – grazie anche alle graphic novel – nuova dignità e nuovi registri espressivi.

In questi anni ho avuto modo nelle fiere di settore d’incontrare molti giovani talenti che vedono nel fumetto un media estremamente versatile che bene si presta per veicolare nuovi messaggi. Se come editori sapremo cogliere questi fermenti di novità e dare voce, per tramite del fumetto, all’originalità delle esigenze espressive delle nuove generazioni credo che il mondo dell’editoria potrà avere davanti a sé interessanti prospettive di sviluppo, anche perché, ne sono convinto, più si sapranno sfruttare le potenzialità del fumetto, senza tuttavia rinunciare alla qualità e alla sua funzione culturale, e più si potranno avvicinare alla lettura quelle fasce della popolazione che oggi leggono poco o nulla.

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