Infected Blood: storie di sangue

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Fumetti online di rivalsa, grinta e perché no anche sarcasmo. Scopri quante emozioni é pronta a raccontare nelle sue storie e vignette.

Quali sono i riferimenti a cui ti sei ispirata per il personaggio La Franca Tiratrice?

Sono cresciuta con personaggi femminili forti e indipendenti, come Ellen Ripley (Alien), la Wonder Woman di Linda Carter e La Donna Bionica. Il tratto che le unisce è che la loro esistenza non ha bisogno di essere giustificata in relazione a una controparte maschile, né deve titillare il pubblico maschile eterosessuale. Una vera rarità. Oggi personaggi così sono svaniti nel nulla: l’unica eccezione recente è Furiosa (dall’ultimo Mad Max). Queste guerriere sono la mia fonte principale d’ispirazione per La Franca Tiratrice, ma anche per Sangue infetto.

In La Franca Tiratrice ci ha colpito la collocazione del testo all’interno del disegno, qual è l’obiettivo di questa scelta narrativa?

La Franca Tiratrice è stato il mio primo vero fumetto e si è trattato innanzitutto di un esperimento. Se dovessi rifarlo da zero, lo  espanderei, sia per dargli un più ampio respiro, sia per sfoltirne i dialoghi. Essendo una storia che va ben oltre la novantina di pagine che la compongono, ho dovuto calcare molto sull’interazione dei personaggi per raccontare il più possibile, il che mi ha costretta a trasformarli in chiacchieroni! Onde evitare di creare interi muri di testo, ho tentato di spezzare il tutto in vari balloon e di inserirli all’interno delle tavole in maniera armoniosa, in modo da guidare l’occhio del lettore lungo una linea continua formata da balloon e disegni. Non so quanto abbia funzionato, a me è sembrato che fosse una soluzione discreta.

Il personaggio principale della Franca Tiratrice ci appare perennemente in fuga, qual è il suo conflitto?

Sekhmet è una criminale di guerra nonché una disertrice, inseguita sia dalle forze armate del suo Paese (Kemet-Ra), sia da cacciatori di taglie in cerca di ricompense. Il suo tormento principale è la consapevolezza di avere fatto scelte che ritiene sbagliate, nonostante facessero parte del suo dovere militare. Nel tentativo di ricostruirsi una vita, si ritrova a lavorare in un ospedale in territorio nemico. Vedere di persona la morte e le sofferenze causate dalle sue truppe ha l’effetto contrapposto di darle l’opportunità di rimediare ai propri misfatti ma anche di spingerla ulteriormente verso il suicidio. A complicare il tutto, Sekhmet s’innamora suo malgrado di Shanti, un’infermiera che cura vittime di guerra, ma che è in segreto una cacciatrice di criminali… Sekhmet dovrà decidere se tentare la via dell’amore o trovare la tanto agognata pace nella morte.

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Come nasce il progetto di Sangue Infetto (Infected Blood)? A quale pubblico è destinato ?

Sangue infetto nasce come sintesi di tutti i temi che mi appassionano di più – e sono tanti, quindi sarò breve e non li elencherò tutti (anche perché farei troppe rivelazioni, dato che il fumetto ha solo una cinquantina scarsa di pagine, al momento). Per cominciare, la fantascienza (soprattutto il futuro distopico) è il mio genere preferito, quindi dovevo partire da lì! Amo i racconti di ampio respiro, con personaggi tridimensionali inseriti in mondi realistici e studiati nei minimi dettagli: il mondo di Sangue infetto ha una storia, una geografia e una politica molto ben definite ed è popolato da personaggi che ho cercato di rendere più vivi possibile. Inoltre, non avendo mai letto un fumetto con una varietà di personaggi lesbici decenti, ed essendo io stessa lesbica, avevo la necessità di creare e mettere al centro dell’attenzione personaggi di questo tipo. Poi, la religione, che io ritengo uno dei mali peggiori al mondo, è una componente molto forte della storia. Infine, essendo una studiosa appassionata dell’antico Egitto, volevo infilare geroglifici ovunque!

Il pubblico a cui mi rivolgo è adulto, amante della fantascienza, ma anche del realismo, soprattutto espresso nelle dinamiche politiche, personali ed emotive dei personaggi. È anche politicamente scorretto e magari un po’ cupo, ma non coltiva la depressione come stile di vita.

Che relazione c’è tra Sangue infetto e La Franca Tiratrice?

Come già detto, La Franca Tiratrice è stato un esperimento che aveva lo scopo di sfociare in Sangue infetto, ma senza una continuità. Ho iniziato a disegnare seriamente meno di tre anni fa e sono autodidatta al 99%. All’epoca, avevo già creato Sangue infetto nella mia mente, così ho deciso di concentrarmi su una parte minima della storia originale per fare pratica di scrittura e di disegno. La Franca Tiratrice, dunque, va visto solo come un primissimo tentativo di creare un fumetto auto conclusivo e gli eventi narrati lì non sono da considerare come facenti parte di Sangue infetto: in sintesi, ciò che leggete ne La Franca Tiratrice non è il futuro che vivranno né Sekhmet, né gli altri personaggi presenti in entrambe le storie.

In Forever Yours di Amalockh1 i tuoi disegni conferiscono una dimensione emotiva ai dettagli, ti ritrovi in questa analisi?

Decisamente sì, anche perché i testi del fumetto sono esattamente quelli che aveva scritto l’autore senza darmi alcuna indicazione su come sviluppare la storia artisticamente. Mi piaceva l’idea di fare un racconto illustrato e quindi era fondamentale aggiungere una dimensione emotiva molto consistente, anche perché si tratta di una storia molto breve e bruciante, quindi la necessità di condensare un pò il tutto era imperativa.

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Qual é l’obiettivo narrativo del fumetto Sant’inquietanti?

Principalmente, prendere in giro la superstizione. Avrei potuto fare un fumetto su maghi e cartomanti, ma le vite dei santi sono talmente piene di particolari esilaranti che ho preferito concentrarmi su di loro. Non ho dovuto fare nessuna fatica, una semplice ricerca su Wikipedia dà un’idea ottima della follia assoluta di questi personaggi e, in molti casi, della malafede delle corti di altrettanti pazzi che si sono adoperati per farli assurgere a esempi da seguire.

Cosa hai iniziato di nuovo?

Ho iniziato un fumetto semi-biografico che si chiama TonsillInPillole. Lo aggiorno solo quando mi va, ad esempio quando ho un commento su un fatto di cronaca oppure qualche episodio buffo della mia vita da raccontare. Al momento, c’è solo una striscia, é un commento al femminicidio.

Approfondimenti: Aims e Kemet-Ra
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