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A tu per tu con Marco Triolo: fumetti, cinema e western a Verona!

L’intervista a Marco Triolo: tra fumetti e cinema e…

Tra fumetti e cinema raccontati da uno degli autori si spiegano le motivazioni e l’esigenze creative di un collettivo veronese. In questo periodo di feste ai banchetti di Piazza dei Signori si torna indietro nel tempo nelle nostre infanzie e nei miti che ci hanno accompagnato!

Si dice che per il 90% siamo fatti dei film che abbiamo visto e che ci hanno attraversato, data la tua preparazione cinematografica, questo fattore quanto ha influito nelle tue tavole?

Senz’altro, anche se più inconsciamente che consciamente. L’idea che il disegnatore di fumetti sia il regista di una storia é una cosa che ho interiorizzato con gli anni. Siccome spesso le storie me le scrivo, oltre che disegnarle, mi rendo conto che ci ragiono in termini cinematografici. Invece di pensare “campo medio della città ”penso” panoramica a volo d’uccello sulla città”.

Intendiamoci i fumetti e cinema sono due media molto vicini, entrambi raccontano per immagini, ma c’è una differenza curiosa nella percezione comune: nel cinema, é il regista a essere considerato il vero autore di un film, nel fumetto é lo sceneggiatore. Paragonare i due aiuta anche a capire quanto sia fondamentale l’aspetto grafico di un fumetto: se é scritto da Dio e disegnato male, non mi viene comunque voglia di leggerlo!

Leggi cosa ne pensiamo in un articolo dedicato alla Cyrano Comics come nuova realtà editoriale!

Da quali suggestioni ti sei lasciato ispirare per il fumetto Emilio Salgari e l’acqua portentosa?

La storia di Emilio Salgari e l’acqua portentosa nasce in realtà da un fatto realmente accaduto. Buffalo Bill aveva un circo itinerante con cui portava in giro per il mondo un pezzo di vecchio West. Nell’aprile 1890, Bill venne a Verona per due spettacoli in Arena. Fu lì che conobbe Salgari, che era un cronista del giornale locale. Quando ho letto di questa cosa, sono impazzito: l’idea che il West e un personaggio così iconico avessero invaso la mia piccola città “provincialotta” mi sembrava materiale perfetto per un fumetto.


The Locals.

All’epoca uscivamo da The Locals e proposi agli altri ragazzi di Nasone (il collettivo interno a Cyrano Comics con cui facciamo i fumetti dell’universo Locals) di usare questo come prologo per il secondo volume. Loro hanno risposto: “Perché invece non ci facciamo un volume intero?”. E così è nata l’idea del volume, ambientato nello stesso universo narrativo di The Locals ma più di un secolo prima. Di certo abbiamo guardato a un fumetto meraviglioso come La lega degli straordinari gentlemen come ispirazione per questa commissione di narrativa classica e supereroi. Il risultato é molto più di un’avventura classica che supereroi. Infondo é il nostro omaggio ai romanzi pulp dei primi del Novecento.

Che tipo di accezione ha dato i colori nelle tavole di Emilio Salgari?

Inoltre dovendo realizzare un volume con più disegnatori (quasi nessuno di noi fa questo di mestiere, e dunque non possiamo disegnare una storia di 50 pagine), abbiamo cercato di renderlo il più omogeneo possibile. La scala di grigi usata è molto semplice, con pochi effetti e delle ombre tendenzialmente piatte. Un aspetto un po’ vintage se vogliamo. Ci piaceva l’idea di non tradire l’idea di fumetto classico tra western e avventura.

Nella storia SPACEMAN che si può leggere tra i nostri eComics preferiti.

Quali sono i riferimenti a cui ti sei ispirato per il personaggio di Frank Marshall?

Certamente l’uomo americano anni ’50 duro e puro al 100%. Era questa l’idea. Non so se ci siano dei riferimenti particolari, ho pensato più a un concetto che a una persona. Il nome però deriva da quello del produttore di tutti i classici film di Spielberg, ma è più un omaggio che una fonte di ispirazione.

In Spaceman il ritmo é scandito dalla pluralità dei punti di vista nelle diverse inquadrature rappresentate nelle tavole, qual è la loro funzione drammaturgica?

Mi piace raccontare storie con personaggi diversi che hanno punti di vista opposti e li devono conciliare. Forse anche questo mi viene dal cinema – i classici action come Arma letale o Die Hard – Duri a morire – ma più in generale senza i conflitti le storie sono meno interessanti. Se riuscirò mai a proseguire con Spaceman, la mia idea é che questi personaggi in superficie così diversi dovranno fare fronte comune. Quest’aspetto  l’ho messo anche nella mia storia in The Locals della Cyrano Comics, dove un supereroe italo-ghanese è costretto a allearsi addirittura con un giustiziere neo-nazi finendo persino per capirsi e rispettarsi a vicenda!

Quello che ci ha colpito in Spaceman é la cura dei dettagli e dunque una regia sapiente, come nasce la struttura di una tavola?

Difatti io sceneggio direttamente con gli storyboard, non riesco a ragionare su una tavola se non graficamente. Nel creare una tavola parto da un’idea generale su quanto voglio raccontare in quella pagina, come deve iniziare e in che punto deve finire per lasciare in sospeso il lettore. Poi cerco di spezzare l’azione aderendo comunque a una griglia classica, perché sono cresciuto con i fumetti Marvel e amo lo stile classico di John Romita e compagnia bella. Sono abbastanza istintivo nella stesura, dunque non ho mai riflettuto troppo sul mio processo creativo; ma una cosa l’ho notata. I miei storyboard iniziali hanno più vignette, più passaggi per definire un’azione. Quello che faccio é limare tutto fino a che un passaggio non viene scandito dal minor numero di vignette possibile, nel modo più sintetico. Mi piace molto, in questo senso, lavorare a storie brevi (come quella che vedrete nel prossimo volume Cyrano, Emilio Salgari e il baccanale rosso sangue vedi sopra), dove sei costretto a stringere il più possibile per raccontare una storia compiuta in poco spazio. É un bellissimo esercizio che consiglio ai fumettisti alle prime armi.

Dal punto di vista grafico in Spaceman la scelta del bianco e nero delle tavole ha uno scopo ben preciso?

Deriva più che altro da esigenze tecniche. Non ho una formazione canonica di disegno e dunque per colorare ci metto molto tempo. Dovendo caricare una tavola di Spaceman a settimana, sono stato costretto a farlo in bianco e nero per metterci meno. Dopo aver optato per il bianco e nero (sto mentendo, in realtà non ho mai pensato di farlo a colori!), ho cercato uno stile che fosse comunque interessante. Da qui il mix di grigio (una sola gradazione) e retini.

Guardando alla contemporaneità qual è il personaggio ideale su cui faresti un fumetto?

Se intendi un personaggio di finzione esistente su cui mi piacerebbe cimentarmi… beh, se devo sognare, Spider-Man, con cui sono cresciuto e che rappresenta tanto per me. A un livello molto più plausibile, Conan il barbaro, che é di pubblico dominio in Europa e con i compari Nasone abbiamo avuto qualche discussione al riguardo, non si sa mai.

Personaggi reali come Salgari? Mauro Repetto degli 883! La sua storia é materiale perfetto per un classico racconto di successo, caduta e seconde occasioni… Ovviamente scherzo. Credo…

Qual é il tuo prossimo progetto editoriale?

Al momento stiamo iniziando a lavorare al seguito di The Locals, il nostro fumetto sui supereroi veronesi. La storia si riaggancerà a Emilio Salgari e l’acqua portentosa e  I due bisonti chiudendo il cerchio.

Se tutto va bene, lo vedrete a Lucca 2019!

FONTE img in evidenza: Cyrano Comics.
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